Il Metodo YesCoaching dal 2001 sta aiutando tantissime persone e io sono davvero felice di questo. Ma non mi basta.

 

Sono consapevole che riceverò ancora tante email gradevoli, come quelle odierne, piene di affetto, stima e ringraziamenti.

Sono anche consapevole che non a tutti piacerà il progetto YesCoaching che da questo mese parte anche sul web. Mi hanno detto che forse qualcuno criticherà me o il progetto, perché è troppo diretto e…  fa risparmiare soldi. Siamo nel 2008 e ancora l’idea nelle persone è che il coaching (che qui in Italia è ancora poco noto) vada fatto solo di presenza. Io lo so che sono controcorrente, ma sono certa che questa modalità nel tempo porterà moltissimi vantaggi alle persone che sceglieranno di seguirlo. Il self-coaching troverà professionisti in disaccordo con questa mia scelta e già qualcuno mi ha scritto. Mi hanno detto che  nel mondo del lavoro della mente, molti potrebbe sentirsi defraudati di quei soldi che a loro avviso gli spettano come professionisti tradizionali e che queste persone potrebbero sentirsi invase nel proprio territorio o avranno timore di un nuovo concorrente sulla piazza (ho ricevuto proprio queste parole: terribile…).

 

In realtà, proprio perché non credo di voler rimpiazzare nessuno, la prima idea era di pubblicare con uno pseudonimo. Perché? Non tanto per non affrontare eventuali disagi. Quanto perché penso che non sia importante chi sei, ma cosa fai. Ci sono già tante persone nel mondo della formazione che mostrano insistentemente il proprio nome. Non mi interessa mostrare chi sono, ma quali vantaggi potrebbero avere tante persone seguendo un percorso di crescita personale “fai da te”.

Essere o mostrare? Ho fatto la mia scelta da tempo.

Ho vissuto un lungo periodo del passato affiancandomi ad una grande struttura istituzionale che segue le aziende nazionali. “Dovevo” avere un’immagine allora. Il problema è che ci credevo anch’io in quella immagine, che altro non era che una maschera di difesa. Ho fatto la mia strada. C’erano troppi compromessi, per cui qualcosa è cambiato nella mia vita e ho scelto di procedere diversamente, con il solo intento di restare me stessa.

 

In questa occasione il mio desiderio era di restare dietro le quinte e lasciare andare avanti solo uno strumento di cambiamento e consapevolezza, con la speranza di aiutare ancora altre persone a procedere nella ricerca di se stessi e continuare a lavorare con soddisfazione e al meglio. Al meglio intendo anche qualcosa di più,  ricordando bene la frase del mio amico Ivano Serre: “Ricorda Ale, non è sufficiente avere solo la soddisfazione. Se vai dal macellaio, non ti darà la carne per i tuoi figli pagandolo con la sola soddisfazione!”

In più, negli ultimi anni, ho fatto mio il concetto win win: tutti ne avranno vantaggio!

Ma, c’è un “ma”. Mi hanno fatto notare che alcune persone potrebbero non fidarsi di me, senza sapere chi sono, che percorso ho fatto fino a qui, con chi ho lavorato (“dovresti nominare le persone famose che ti hanno chiesto di essere affiancate nella consulenza marketing” ha suggerito un altro amico);… le strade che ho incrociato durante i miei primi anni di crescita personale, cosa ho imparato…

Questo mi ha creato conflitto.

A volte entra un pensiero sottile di timori che provengono dalla lontana infanzia: “e se mi giudicheranno… ce la farò a disinteressarmene?”

Da un lato so che pubblicare YesCoaching con il mio nome, mi darà la possibilità di continuare a condividere con le tante persone che mi scrivono e di potermi rendere utile ancora se qualcuno avesse bisogno di un supporto.

Dall’altro lato non mi sento certo brava emotivamente come Wayne Dyer che diceva di aver superato la difficoltà di accettare queste critiche, rispondendo con una lettera molto particolare nella quale scriveva “Sono nella stanza più piccola della casa… (e tutti sanno qual è la stanza più piccola della casa)…  con la tua lettera di critiche davanti a me. Tra poco sarà dietro di me”.

Lui sa bene come essere indipendenti dall’opinione altrui.

Il lavoro da fare è davvero ancora impegnativo! 

Sii sincero: tu cosa faresti al mio posto?

.

2 Response Comments

  • Valerio  22 Aprile 2009 at 23:14

    Beh, certo è una scelta coraggiosa! Decidere che la veste che abbiamo indossato fino ad oggi ci sta ormai stretta; decidere di saltare lo steccato che per anni, con molta fatica e duri sacrifici ci siamo costruiti, dietro al quale ci siamo ritagliati il nostro piccolo ma rassicurante spazio vitale.
    Abbandonare tali certezze (il ruolo di consulente aziendale) per seguire il tuo cuore, per dare agli altri un’opportunita di crescita, fa di te una persona unica.
    Grazie di esserci!

  • francesca  3 Maggio 2009 at 12:15

    ma che ti frega!!! se avessi questa capacità mi metterei ben in vista! tu, col tuo nome e il tuo seguito.

Leave A Comment

Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.