Ecco l’isola di plastica!
Ti voglio coinvolgere direttamente nella soluzione di un grande problema. Prenditi qualche minuto, non correre sempre tra una pagina internet e un’altra e soffermati a leggere fino alla fine. Vedrai che dopo ti sentirai MOLTO, ma MOLTO più sollevato! 🙂
Se c’è già la soluzione, perchè lasciare che tanti partecipino alle emozioni negative, piuttosto che agire?
Quando vedo che nuovamente centinaia di persone fanno girare il video che mostra l’isola di pattumiera di plastiche di ogni forma che, al largo dei Caraibi, si estende per chilometri e chilometri, mi faccio molte domande, ma non le stesse che leggo nei commenti che riproducono questi video. In genere le domande e i commenti che accompagnano i video sono di sconforto, resa, disgusto, accusa… etc…
Quanti stanno speculando su questo evento per mostrarsi eroici personaggi che, grazie a questo, viaggiano per il mondo, fanno decine di seminari, sollecitando tutti solo a dire: che schifo!, con la scusante che “tutti devono sapere? Chi vuole che NON si trovi la soluzione e perchè? C’è una soluzione? Beh, se non hai mai visto l’isola di plastica guarda ora il video; ne stanno girando decine che riproducono queste immagini, per cui credo che tu conosca il problema. Io oggi non voglio portarti a dire: “che schifo”, ma ad ESSERCI per risolvere.
Questo è uno dei tantissimi video che girano sull’argomento per mostrare le immeggini orrende di una immensa isola di plastica:
E se invece di sollecitare tutte le menti a focalizzarsi sul problema come “irrisolvibile”, analizzassimo COME poter trasformare tutto questo in un vantaggio utile a tanti?
Quindi, la mia domanda sempre presente nella mia mente quando vedo questi video è: se c’è già la soluzione, perchè lasciare che tanti partecipino alle emozioni negative, piuttosto che agire?
Ormai è chiaro a tutti quelli che studiano la motivazione del dilagare dell’influenza delle emozioni negative, che la comunicazione DEVE andare in quella direzione, per poter mantenere le persone nello stato dello sconforto, della paura del domani, del terrore dell’oggi. Questa tipologia di emozioni incide negativamente sul nostro corpo, sulla nostra mente, sulle nostre cellule e porta le persone a disconnettersi dalla propria forza interiore.
Ma perchè ancora ACCETTARE questa isola di plastica, piuttosto che AGIRE? Perchè, invece di indignarsi via whats app, facendo ancora girare questi video di eroi che viaggiano e nuotano in questa plastica, non scrivere: rimbocchiamoci le maniche e ripuliamo?
Mi dirai, no, è impossibile, non si può fare nulla, non sappiamo dove mettere tutta questa plastica, non si può trasportare, non si può nascondere in nessuna parte del piantea. MA SI PUO’ TRASFORMARE IN BENZINA!! Davveroooo???
Dici che questo è impossibile? Allora ti invito a guardare l’articolo che avevo scritto su questo argomento già due anni fa. Se una piccola macchinetta può già fare questo, perchè non farlo con una grande macchinona? 🙂
Quindi ti chiedo nuovamente:
“Se c’è già la soluzione, perchè lasciare che tanti partecipino alle emozioni negative, piuttosto che agire?” A chi interessa che il problema resti così com’è?
Ecco, ora inizierai a dare la colpa a qualcuno. Questo è il “gioco di massa”.
Invece da ora iniza a dire: io voglio TASFORMARE!
Forse tu dirai: “ma io che ci posso fare se non solo indignarmi?”
Se fosse stato così per tutti, non avremmo la soluzione. Un ragazzo di 19 anni ad esempio, sta già facendo qualcosa di GRANDE!… Ma anche tanti altri, come puoi vedere nei due video che seguono!
Oppure… se tutti avessero a disposizione la macchinetta che stai per vedere nel video successivo, non faremmo a gara per raccogliere OGNI pezzettino di plastica che troviamo nel pianeta, per far camminare anche la nostra macchina con la benzina autoprodotta? (anche se è non sai l’inglese il video è facilmente intuibile)
Ma certo che SI !!!!!
E’ vero quindi, l’isola di plastica c’è. E se diventasse un vantaggio per noi? Se tutti avessero a disposizione questa macchinetta, non dovremmo COMPRARE la benzina e terremmo pulito il nostro pianeta!
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